La giornalista televisiva Serena Bortone ha sollevato un polverone di polemiche attraverso i suoi canali social, svelando un episodio che ha scosso il mondo dell’informazione e della cultura italiana. È stata la cancellazione “improvvisa e inspiegabile” del monologo dello stimato scrittore Antonio Scurati, in programma per la trasmissione Rai 3, “Che sarà“, prevista per sabato 20 aprile.
Il tema centrale del monologo doveva essere la Liberazione dal nazifascismo, un argomento storico e culturale di estrema rilevanza per il tessuto sociale italiano. Tuttavia, sembra che non solo il tema, ma anche il tono critico di Scurati nei confronti del governo attuale abbia sollevato sospetti di censura. In particolare, il suo profilo critico nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra aver innescato una serie di reazioni che hanno portato alla decisione di annullare il suo intervento.
La reazione di Meloni non si è fatta attendere, pubblicando l’intervento di Scurati sui suoi canali social, forse per dimostrare trasparenza o per distanziarsi da eventuali accuse di censura.
La situazione è diventata ancor più intricata quando Bortone ha rivelato di non essere stata informata della cancellazione del contratto di Scurati fino all’ultimo momento e di non aver ricevuto spiegazioni soddisfacenti in merito. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sembra che la dirigenza Rai abbia richiesto a Scurati di partecipare alla trasmissione gratuitamente, in seguito alla valutazione del contenuto del suo monologo come troppo schierato, soprattutto in un momento politicamente delicato. Tuttavia, l’autore avrebbe rifiutato questa richiesta, portando così alla cancellazione del suo intervento.
Le reazioni interne alla Rai non si sono fatte attendere: il direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini, ha respinto categoricamente qualsiasi accusa di censura, sottolineando la libertà editoriale della rete pubblica. Tuttavia, Francesca Bria, consigliera di amministrazione, ha dichiarato che il contratto di Scurati è stato annullato per motivi editoriali, citando un presunto scambio di comunicazioni interne che avvalorerebbe questa tesi.
IL TESTO DEL MONOLOGO
La Repubblica ha pubblicato in versione integrale l’intervento dello scrittore che avrebbe dovuto leggere durante la trasmissione. Il testo ricorda il tragico assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924, segretario del Partito Socialista Unitario, da parte di sicari fascisti, e le stragi nazifasciste del 1944, come quelle delle Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, che hanno provocato la morte di migliaia di civili italiani. Si sottolinea come il fascismo sia stato costantemente caratterizzato dalla violenza politica omicida e stragista. Si esprime la preoccupazione che il gruppo dirigente post-fascista, nonostante le elezioni del 2022, abbia scelto di non ripudiare il passato neo-fascista, ma di tentare di riscrivere la storia. Si critica la Presidente del Consiglio per non aver mai pronunciato la parola “antifascismo” e per non aver riconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana. Si conclude sottolineando che finché la parola “antifascismo” non sarà pronunciata dai governanti, il fascismo continuerà a minacciare la democrazia italiana.
LE REAZIONI
La controversia legata alla presunta censura del monologo di Antonio Scurati ha scatenato una serie di reazioni sia dal mondo politico che da quello intellettuale.
Nicola Lagioia (scrittore) esorta gli intellettuali a non tacere di fronte a presunte censure o intimidazioni, sottolineando l’importanza di alzare la voce in difesa della libertà di espressione.
Francesco Verducci (membro della Commissione di Vigilanza Rai) condanna fermamente l’episodio definendolo una censura inaccettabile, chiedendo chiarimenti immediati sui motivi della cancellazione.
Carlo Calenda (segretario di Azione) equipara l’accaduto a pratiche antidemocratiche proprie di regimi autoritari, sottolineando la gravità dell’episodio e chiedendo scuse e il ripristino immediato del monologo cancellato.
Barbara Floridia (presidente della Vigilanza, Movimento 5 Stelle) esorta l’azienda pubblica a fornire spiegazioni dettagliate sulla decisione presa, evidenziando il rischio di compromettere la credibilità del servizio pubblico e la sua indipendenza.
Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) propone ai suoi colleghi sindaci di leggere il monologo di Scurati durante le celebrazioni del 25 aprile nelle rispettive città, come forma di protesta e di solidarietà nei confronti dello scrittore.
Usigrai (sindacato dei lavoratori della Rai) denuncia l’assenza di chiarimenti sulla cancellazione del monologo dello scrittore in trasmissione, sottolineando che nemmeno la conduttrice del programma ha ottenuto spiegazioni. Questo episodio è visto come un ulteriore segnale di interferenze politiche nella Rai, dove sembra essere contrastata ogni espressione culturale sgradita al governo. Il sindacato ribadisce l’allarme sul controllo esercitato dai partiti sul servizio pubblico radiotelevisivo, sottolineando l’importanza di difenderlo come un bene di tutti i cittadini, indipendentemente da chi detiene il potere politico.
Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) denuncia l’accaduto come un gesto grave e preoccupante, evidenziando una deriva autoritaria e una presunta strumentalizzazione politica della Rai.
Andrea Salerno (direttore di La7) propone di diffondere il monologo di Scurati come atto di resistenza e di diffusione della libertà di espressione, dimostrando solidarietà nei confronti dello scrittore.