Felice d’Endice è il nuovo direttore di Adnkronos Comunicazione

Felice d’Endice è stato nominato nuovo Direttore di Adnkronos Comunicazione, controllata del gruppo Giuseppe Marra Communications (GMC), che dal 1984 opera nel settore della comunicazione e dell’ufficio stampa. Adnkronos Comunicazione, precedentemente conosciuta come Adnkronos Servizi, celebra quest’anno i suoi quaranta anni di attività, vantando un portafoglio ricco di clienti sia privati che pubblici. Nato nel 1975, risponderà all’amministratore delegato del Gruppo, Angela Antonini. Il suo arrivo alla guida di Adnkronos Comunicazione rappresenta una tappa importante per l’azienda, consolidando la sua posizione di rilievo nel panorama della comunicazione italiana. La sua carriera è segnata da un percorso accademico e professionale di alto profilo. Dopo aver conseguito una laurea in Filosofia, ha ottenuto un Master in Marketing e Comunicazione d’Impresa presso il Centro Studi Comunicare l’Impresa. La sua esperienza professionale inizia come account manager in diverse agenzie di comunicazione. Successivamente, ha ricoperto il ruolo di Marketing & Communication Manager in Comunicazione Italiana, dove è stato anche membro del comitato scientifico ed organizzativo, coordinando eventi di rilievo nel mondo imprenditoriale, come il Forum della Comunicazione. Ha poi proseguito la sua carriera in Studio Ega come Head of External Relations & Project Development, dove ha maturato competenze nella gestione delle relazioni esterne e nello sviluppo di progetti. La sua ultima esperienza lavorativa prima di entrare in Adnkronos Comunicazione è stata in Connexia, dove ha ricoperto il ruolo di Office Director. In questa posizione, ha gestito progetti per istituzioni, pubblica amministrazione e grandi aziende, coordinando team complessi di esperti.
Caso Scurati-Bortone: la retromarcia di Soldi

La presidente della Rai, Marinella Soldi, ha recentemente effettuato una significativa retromarcia nella gestione del caso Scurati-Bortone. Inizialmente in disaccordo con l’amministratore delegato Roberto Sergio, Soldi ha poi escluso qualsiasi intento di censura da parte dei vertici di viale Mazzini. Durante un’audizione in Commissione di Vigilanza, Soldi ha dichiarato: “Non possono essere attributi intenti censori al vertice aziendale“. Questa affermazione è arrivata in merito alla mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati al programma “Chesarà…” e all’audit aperto a carico della conduttrice Serena Bortone. La presidente ha spiegato che la ricostruzione dei fatti fornita dall’amministratore delegato era sostanzialmente corretta, ma ha sottolineato come l’audit abbia rivelato una vicenda più complessa, caratterizzata da disallineamenti operativi e comunicativi all’interno della direzione editoriale. CONTESTO E REAZIONI L’audit ha mostrato anomalie nella tempistica e nei comportamenti all’interno della direzione editoriale. Soldi ha sottolineato l’importanza di agire in maniera unitaria per preservare la reputazione dell’azienda, evidenziando che certe azioni e comportamenti inusuali hanno contribuito a colorare la vicenda in un contesto specifico. Tuttavia, ha ribadito che non ci sono stati intenti censori da parte dei vertici aziendali. La presa di posizione di Soldi ha sollevato diverse reazioni, soprattutto tra i parlamentari democratici della commissione di vigilanza Rai. Questi ultimi hanno espresso preoccupazione per le possibili pressioni subite dalla presidente, mettendo in dubbio la sua imparzialità nella gestione del caso. CASO GASPARRI Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha alimentato ulteriormente la polemica mostrando in Commissione la scaletta del programma “Chesarà…” che prevedeva la presenza di Scurati a titolo gratuito. Gasparri ha ringraziato la presidente per aver chiarito che non ci sono stati intenti censori, ma dall’opposizione sono arrivate richieste di trasparenza su come Gasparri avesse ottenuto la scaletta del programma. LA VISIONE DI SOLDI “Una Rai dalla governance profondamente mutata, più salda perché slegata dagli scossoni quotidiani del dibattito nazionale e con orizzonte temporale più ampio. Una Rai coerente con lo European Media Freedom Act: un servizio pubblico che sia pilastro della società democratica, grazie a una maggiore indipendenza e a un finanziamento adeguato e stabile”, ha aggiunto la presidente Soldi in Vigilanza. “Una Rai trasparente nei suoi processi, per alimentare la fiducia dei dipendenti e degli utenti. Una Rai trasparente anche nell’informazione: capace di mostrare all’utente come costruisce le sue notizie, compreso il racconto della politica (e meno focalizzata sui politici)”.
Joe Kahn, NYTimes: l’IA non busserà alle porte per chiedere notizie

Joe Kahn, direttore del New York Times, ha espresso una visione critica sull’impatto della tecnologia sull’informazione durante un intervento all’Osservatorio Permanente Giovani-Editori a Firenze. Kahn ha delineato le sfide che l’Intelligenza Artificiale (IA) pone al giornalismo, evidenziando rischi di disinformazione e polarizzazione. Ha sottolineato come, nel breve termine, la tecnologia possa peggiorare il panorama informativo. Secondo Kahn, la crescente dipendenza dalle notizie generate automaticamente da IA potrebbe amplificare fenomeni di disinformazione e polarizzazione, minando la qualità e l’affidabilità dell’informazione. Kahn ha descritto un futuro prossimo dove le notizie saranno sempre più facilmente accessibili senza sforzi di ricerca da parte degli utenti, comportando un aumento delle informazioni non verificate che circolano online. Ha avvertito che, senza una verifica accurata, l’IA potrebbe intensificare la polarizzazione e la disinformazione, peggiorando la qualità dell’informazione globale. Un punto cruciale del discorso di Kahn è stata l’importanza crescente delle fonti originali. In un mondo dove le notizie sono facilmente manipolabili e riproducibili dall’IA, la ricerca e la verifica delle fonti diventano essenziali per mantenere l’integrità del giornalismo. Kahn ha espresso la speranza che l’IA non sostituisca i giornalisti professionisti, sottolineando che il lavoro dei giornalisti per raccogliere informazioni originali è fondamentale. Ha concluso con una nota su ChatGPT, evidenziando i limiti delle macchine rispetto agli esseri umani: “ChatGPT non potrà certo andare a bussare alle porte, a chiedere a una persona cosa sia successo nel suo quartiere ieri sera”. L’intervento di Joe Kahn ha messo in luce le sfide significative che l’Intelligenza Artificiale porta nel campo del giornalismo. Mentre la tecnologia può offrire nuove opportunità, è essenziale rimanere vigili riguardo ai rischi associati, come la disinformazione e la polarizzazione. Per Kahn, il futuro del giornalismo dipenderà dalla capacità di mantenere l’integrità attraverso una ricerca accurata e una verifica rigorosa delle fonti, valori fondamentali che nessuna IA può sostituire.