Al Festival dell’Economia di Trento si è svolto un interessante dibattito sugli scenari futuri dell’editoria e dell’informazione alla luce delle trasformazioni indotte dall’intelligenza artificiale (IA). A confrontarsi su questo tema cruciale sono stati Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria, Mirja Cartia d’Asero, amministratore delegato de Il Sole 24 Ore, e Paul Verwilt, COO di Mediahuis.
COMPONENTE UMANA
Un punto chiave emerso dal dibattito è l’importanza della componente umana nel preservare l’integrità e la qualità dell’informazione. Secondo i relatori, l’adozione indiscriminata dell’IA senza un adeguato quadro regolatorio potrebbe portare a scenari problematici, compromettendo il ruolo cruciale dei giornalisti e la diversità delle fonti informative.
“Per salvare il mondo dei media dai rischi dell’intelligenza artificiale dobbiamo adottare un approccio umano-centrico – dice Mirja Cartia d’Asero. Dobbiamo quindi tenere conto del fatto che si tratta di un tool tecnologico capace di amplificare le risorse a disposizione di un giornalista, ma anche che servono delle tutele etiche chiare”.
REGOLAMENTAZIONE INTERNAZIONALE
Paul Verwilt ha evidenziato una delle principali lacune attuali: l’assenza di una legge internazionale sulla proprietà intellettuale in relazione all’IA. “Nel momento in cui l’IA assorbe degli input e genera un output, questo nuovo prodotto di chi è?” ha chiesto Verwilt, sollevando una questione che necessita di urgente attenzione per evitare che la creatività e l’originalità dei contenuti giornalistici vengano sminuite.
Alberto Barachini ha sottolineato ulteriormente il rischio di perdere la consapevolezza del ruolo dei giornalisti e della creatività. “Dobbiamo ricordare sempre da dove veniamo e dunque l’importanza dell’informazione stessa. Il rischio è che non resti che superficie o di paradossi come l’idea che un’informazione prodotta da intelligenza artificiale possa essere più imparziale”.
EQUILIBRIO NECESSARIO
Un altro tema cruciale trattato nel dibattito è stato l’equilibrio tra regolamentazione e autoregolamentazione. Mentre norme come l’Ai Act recentemente approvato dall’Europa rappresentano passi importanti, la loro implementazione richiederà tempo. Nel frattempo, è essenziale che i gruppi editoriali adottino regolamenti interni per gestire l’uso dell’IA in modo responsabile.
Mirja Cartia d’Asero e Paul Verwilt hanno concordato sulla necessità di autoregolamentazione. Ciò include il blocco dei dati accessibili alle società di IA, l’uso moderato dell’intelligenza artificiale da parte dei redattori, la chiara definizione dei contenuti prodotti da IA e la protezione della presenza umana nella filiera produttiva.