Dopo quasi 500 giorni di detenzione in Russia, il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich è stato finalmente liberato in un significativo scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia, con la mediazione di funzionari dell’intelligence turca, secondo quanto riportato da Fox News.
Gershkovich, 32 anni, era stato arrestato il 29 marzo 2023 a Ekaterinburg, sui Monti Urali, con l’accusa di spionaggio. L’amministrazione Biden, il Wall Street Journal e la comunità internazionale avevano subito respinto queste accuse come infondate e prive di fondamento. Nonostante ciò, Gershkovich era stato condannato a 16 anni di carcere il 19 luglio 2024, dopo un processo a porte chiuse.
Il CEO di Dow Jones, Almar Latour, e la caporedattrice del Wall Street Journal, Emma Tucker, hanno condannato la condanna come una “vergognosa farsa”, sottolineando che Gershkovich aveva trascorso 478 giorni in prigione solo per aver svolto il suo lavoro di giornalista. Hanno espresso la loro determinazione a continuare a fare pressione per la liberazione di Gershkovich e a sostenere la sua famiglia, ribadendo che “il giornalismo non è un crimine”.
Prima della sua condanna, Gershkovich aveva trascorso mesi nella famigerata prigione di Lefortovo a Mosca, descritta come un luogo psicologicamente tortuoso. Gershkovich, figlio di immigrati sovietici e nato negli Stati Uniti, aveva lavorato anche per il New York Times, il Moscow Times e l’Agence France-Presse, guadagnandosi una reputazione di giornalista esperto.
Il caso di Gershkovich aveva attirato un’attenzione internazionale significativa, con gli hashtag #FreeEvan che hanno animato i social media e il Wall Street Journal che ha dedicato ampie risorse e attenzione alla sua situazione. La sua detenzione aveva messo in luce i rischi per i giornalisti che operano in contesti autoritari e conflittuali, inviando un messaggio preoccupante sulla sicurezza dei reporter.