GIORNALISMO MULTIMEDIALE

L’AI diventa l’arma segreta dei giornalisti in Venezuela

Operación Retuit avatares IA

Fare i giornalisti è diventato sempre più pericoloso in Venezuela, dove la libertà di stampa è sotto attacco e ogni giorno è una lotta per informare la popolazione. A un mese dalle controverse elezioni presidenziali che hanno visto la rielezione di Nicolás Maduro, contestata dalla comunità internazionale e dall’opposizione, la situazione per i giornalisti è drammatica. Ieri l’opposizione è tornata in piazza, rispondendo all’appello di María Corina Machado, leader di Vente Venezuela, e delle forze che avevano sostenuto Edmundo González Urrutia.

Nel contesto di una repressione che colpisce chiunque osi sfidare il regime, i giornalisti venezuelani hanno trovato un modo innovativo per continuare a raccontare la verità: avvalersi dell’intelligenza artificiale. Grazie all’utilizzo di avatar digitali, i reporter possono informare il pubblico mantenendo l’anonimato, proteggendosi così dalle rappresaglie. Un’idea geniale che rappresenta una svolta per il giornalismo sotto dittatura.

Carlos Eduardo Huertas, direttore della piattaforma giornalistica Connectas, ha ideato l’uso di avatar per diffondere notizie scomode in Venezuela, un’idea nata per rispondere alla crescente persecuzione e repressione dei giornalisti nel Paese. Huertas ha spiegato che il sistema garantisce protezione e anonimato ai reporter in un contesto in cui la sicurezza del proprio lavoro è sempre più a rischio.

Il progetto, chiamato “Operación Retuit”, si ispira ironicamente all’“Operación Tun Tun” del regime di Maduro, una campagna di repressione contro gli oppositori politici. L’iniziativa coinvolge circa 100 giornalisti venezuelani, le cui notizie vengono trasformate in notiziari quotidiani presentati da due avatar: La Chama ed El Pana. Gli avatar non solo garantiscono la protezione dell’identità dei giornalisti, ma rendono anche impossibile per le autorità identificare chi si cela dietro le notizie.

Nella trasmissione di debutto di questo mese, l’avatar ha dichiarato: “Stiamo per raccontare ciò che sta realmente accadendo in Venezuela. Ma prima di continuare, nel caso non l’aveste notato, vogliamo farvi sapere che non siamo reali”. Un messaggio diretto, che sottolinea l’innovazione e il coraggio dietro questo progetto.

Il contesto in cui si muove questa iniziativa è estremamente pericoloso. Secondo il sindacato dei giornalisti venezuelani Sntp, almeno nove giornalisti sono stati arrestati nelle ultime settimane. Tra loro ci sono figure di spicco come Paúl León, noto fotoreporter sportivo, e Carmela Longo, esperta di spettacoli, rilasciata solo dopo aver pagato una cauzione. Entrambi affrontano accuse di terrorismo, con pene che possono arrivare fino a 30 anni di carcere.