GIORNALISMO MULTIMEDIALE

L’Espresso pubblica nonostante lo sciopero: violazione di diritti?

L'Espresso del 6 settembre 2024

Venerdì 6 settembre, il settimanale “L’Espresso” è uscito in edicola in circostanze straordinarie. Come dichiarato in un documento firmato dall’assemblea di redazione, il numero pubblicato è stato completato mentre l’intera redazione giornalistica era in sciopero. La redazione ha quindi preso le distanze dal prodotto editoriale, denunciando la decisione dell’editore come un grave attacco ai diritti dei lavoratori, tra cui quello di scioperare, sancito dalla Costituzione.

Il documento, che doveva essere pubblicato sul sito del settimanale, secondo alcune fonti, non è stato trovato online. La Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi) ha quindi ripreso e condiviso il testo per garantirne una maggiore diffusione e visibilità.

La protesta dei giornalisti de “L’Espresso” è iniziata il 3 settembre a causa di una serie di motivi, tra cui il mancato rinnovo dei contratti a termine, l’assenza di un piano editoriale chiaro, l’ampio ricorso a collaboratori esterni, la confusione sullo sviluppo del digitale e le dichiarazioni della direzione che hanno definito la redazione “sovradimensionata” e “sproporzionata”. Queste critiche e mancanze da parte dell’azienda hanno portato la redazione a proclamare uno sciopero martedì 3 settembre, che è stato poi esteso a mercoledì, giornata in cui il Consiglio di Amministrazione e il direttore Emilio Carelli hanno deciso di spostare la chiusura del numero.

L’editore, infatti, ha scelto di pubblicare il numero utilizzando collaboratori esterni, una mossa che ha suscitato l’indignazione della redazione. I giornalisti ritengono che questo atto rappresenti una violazione delle relazioni sindacali e un precedente pericoloso per il rispetto dei diritti dei lavoratori.

D’altra parte, il Consiglio di amministrazione e la direzione di “L’Espresso” hanno motivato la loro scelta sostenendo l’importanza di garantire la continuità del giornale, sottolineando che l’editore ha investito risorse significative per sostenere bil settimanale e assicurare la sua sostenibilità. Hanno anche dichiarato che le preoccupazioni dei giornalisti non sono giustificate, affermando che il piano editoriale è stato delineato dal direttore fin dal suo primo incontro con la redazione e che non vi è alcuna confusione sullo sviluppo del digitale.

La redazione, tuttavia, rimane in stato di agitazione e continua a rivendicare un giornalismo libero e democratico, determinata a difendere i propri diritti contro quello che considera un attacco alle loro prerogative e una minaccia all’indipendenza della testata.