GIORNALISMO MULTIMEDIALE

Fazzolari accusa Domani per inchiesta su Utopia e legami politici

Il Sottosegretario Giovanbattista Fazzolari

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha annunciato un esposto alla Procura di Roma contro il quotidiano Domani, che ha pubblicato un’inchiesta sui rapporti tra la società di lobbying Utopia e alcune partecipate statali. La società avrebbe ottenuto appalti per centinaia di migliaia di euro, un dettaglio che ha spinto il braccio destro di Giorgia Meloni a passare all’azione legale.

Nella sua nota ufficiale, Fazzolari ha negato di avere un rapporto diretto con Giampiero Zurlo, amministratore delegato di Utopia, nonostante l’articolo del giornale avesse già riportato una smentita precedente su questa relazione. Ma l’indagine di Domani non si è fermata a questo. Il quotidiano ha rivelato nuovi legami tra la società e il mondo della destra meloniana, sollevando domande sulle connessioni tra affari e politica.

Al centro dell’inchiesta emerge la figura di Ernesto Di Giovanni, socio di minoranza di Utopia con una quota del 10% nella società e nel suo spin-off editoriale, Urania Media. Prima di approdare al lobbying, Di Giovanni era un dirigente nazionale di Azione Universitaria, l’associazione studentesca legata a Fratelli d’Italia. Da quella posizione, Di Giovanni ha stabilito rapporti diretti con Giorgia Meloni e altri membri di spicco del partito, come Giovanni Donzelli, oggi deputato.

Un post del 2009, riportato da Domani, mostra come Di Giovanni fosse in contatto personale con l’allora ministra Meloni, che gli aveva comunicato la propria impossibilità a partecipare a un evento di Azione Universitaria. Nello stesso messaggio, Di Giovanni confermava di voler invitare Donzelli, allora presidente nazionale dell’associazione, sottolineando la sua autorevolezza all’interno del neonato Popolo della Libertà.

Questo passato comune nella destra studentesca italiana lega Di Giovanni non solo a Meloni, ma anche a Fazzolari, che è stato presidente della sezione romana di Azione Universitaria. Nonostante il sottosegretario abbia smentito ogni conoscenza con Di Giovanni, la storia politica comune nella capitale e nell’ambito della destra lascia aperti interrogativi sui rapporti tra il governo e il mondo del lobbying.

L’inchiesta di Domani ha messo in luce una rete di rapporti che si estende dal Parlamento agli appalti statali. Il legame tra Di Giovanni e Andrea Volpi, attuale deputato meloniano, risale agli anni di militanza in Azione Universitaria. Insieme, i due hanno affrontato gli scontri politici del periodo, opponendosi agli studenti di sinistra. La connessione tra questi personaggi politici e Utopia si inserisce in un quadro più ampio di relazioni all’interno del mondo della destra.

Un altro nome di rilievo è Nicola Formichella, ex parlamentare del Popolo delle Libertà e amico personale di Zurlo, che Di Giovanni aveva invitato a un incontro di Azione Universitaria. La complessa trama di rapporti personali e politici solleva dubbi sui possibili conflitti di interesse, soprattutto alla luce dei contratti pubblici assegnati a Utopia.

Con l’annuncio della denuncia in procura, Fazzolari non si è limitato a smentire l’inchiesta di Domani, ma ha fatto un ulteriore passo avanti, coinvolgendo la magistratura per chiarire “le reali ragioni che muovono la scientifica diffusione di questa fake news”. Questo approccio riflette il cosiddetto “modello Crosetto”, una strategia già adottata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha portato sotto inchiesta un ufficiale della Guardia di Finanza e tre giornalisti di Domani per la fuga di notizie sui suoi legami con Leonardo.

L’accusa di Fazzolari sembra voler mettere in discussione non solo il contenuto dell’articolo, ma anche l’origine stessa delle informazioni, delegando alla Procura il compito di indagare sulla genesi delle inchieste giornalistiche. Questo metodo di attacco alla stampa non è nuovo, ma preoccupa molti osservatori, che vedono in queste azioni una forma di intimidazione contro il diritto di cronaca.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) ha subito reagito all’annuncio del sottosegretario. “Siamo passati dalle querele bavaglio con richieste di danni milionari alla richiesta di indagini bavaglio. L’Italia sta voltando la schiena alla Costituzione e al diritto di cronaca”, ha dichiarato Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. L’associazione ha chiesto alle istituzioni europee di mantenere alta l’attenzione sulla libertà di stampa nel Paese, denunciando il crescente uso di strumenti legali per ostacolare l’informazione.