Weekly Evening Standard cambia nome in “The London Standard”

Il Weekly Evening Standard sta per subire una trasformazione significativa: da giovedì 26 settembre, il giornale assumerà il nuovo nome di The London Standard e verrà distribuito settimanalmente. Questo cambiamento segna la conclusione dell’attuale versione dell’Evening Standard, con l’ultima edizione in uscita giovedì 19 settembre. L’Evening Standard, che in passato era un quotidiano gratuito, aveva già ridotto il proprio programma di pubblicazione, distribuendo le copie da martedì a giovedì ogni settimana. Il direttore generale ad interim, Paul Kanareck, ha comunicato al personale, come riportato su Press Gazette, che l’ultima edizione dell’attuale ES Magazine sarà distribuita il 12 settembre. Precedentemente, era stato annunciato che l’azienda avrebbe “considerato opzioni per mantenere ES Magazine con una frequenza ridotta”. Nel mese di maggio, l’Evening Standard aveva annunciato la transizione da una pubblicazione quotidiana a una settimanale come parte di una strategia di digitalizzazione. Questo cambiamento è stato motivato da “settimane di pendolarismo più brevi, Wi-Fi diffuso lungo i nostri percorsi di viaggio e il desiderio dei nostri lettori di consumare contenuti sempre più ricchi su una varietà di piattaforme e dispositivi“. Kanareck ha dichiarato che la consultazione con il personale riguardante i licenziamenti, che avrebbe ridotto circa la metà dei posti di lavoro editoriali, è ora “sostanzialmente conclusa”. Il personale aveva precedentemente espresso “un ampio disappunto” riguardo alle condizioni offerte per i licenziamenti. Kanareck ha sottolineato che i cambiamenti hanno comportato una “significativa ristrutturazione delle operazioni” e ha ringraziato il personale per il continuo impegno durante questo periodo difficile. “Come evidenziato in precedenza, rafforzeremo la nostra attenzione sulle nostre piattaforme digitali e ciò sarà supportato dal lancio di un settimanale che celebra il meglio che Londra ha da offrire, dalle guide all’intrattenimento allo stile di vita, allo sport, alla cultura, alla politica, alle notizie e al ritmo della vita nella più grande città del mondo”, ha aggiunto Kanareck. “La nostra attenzione ora si sposterà sulla collaborazione con il team per stabilire una cultura e un modello operativo fondamentalmente nuovi con obiettivi chiari e condivisi.” Il personale si riunirà il mese prossimo per discutere la strategia e la visione per il digitale e il nuovo giornale settimanale. Kanareck ha anche ringraziato “tutti i nostri collaboratori che lasciano l’azienda a causa di questi cambiamenti per la loro dedizione e duro lavoro nel corso degli anni”. Ha sottolineato l’apprezzamento per il “giornalismo di qualità, le campagne pubblicitarie premiate e la determinazione di pubblicare e distribuire l’Evening Standard e ES Magazine, spesso in circostanze difficili e senza precedenti. Vi auguriamo tutto il meglio per il futuro.” I conti dell’azienda pubblicati l’anno scorso hanno mostrato un aumento del 14% delle perdite, segnando il sesto anno consecutivo di perdite. Nel mese di luglio, prima della riduzione dei giorni di distribuzione, l’Evening Standard distribuiva in media 276.885 copie al giorno, rispetto alle 787.447 copie distribuite giornalmente pre-Covid, a febbraio 2020. ES Magazine aveva una distribuzione media settimanale di 181.312 copie nella prima metà dell’anno.
Repubblica aggira lo sciopero: solidarietà da Fnsi e Usigrai

Il Comitato di redazione (Cdr) di Repubblica ha denunciato pubblicamente il tentativo dei vertici della testata di aggirare lo sciopero in corso delle giornaliste e dei giornalisti. La protesta, iniziata il 25 settembre 2024, nasce dal rifiuto della redazione di piegarsi alle ingerenze dell’editore e a pratiche che minano la deontologia professionale. Secondo il comunicato del Cdr, le azioni dell’azienda sono “gravemente estranee alla cultura del giornale” e rappresentano un attacco diretto ai valori storici di Repubblica. Il Cdr ha informato le associazioni di categoria, chiedendo l’apertura di un procedimento antisindacale per tutelare i diritti dei lavoratori. In prima linea a sostegno dei giornalisti in sciopero c’è Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha ribadito la solidarietà del sindacato. Costante ha criticato la commistione tra pubblicità e informazione, definendola una prassi dannosa non solo per la fiducia del pubblico, ma anche per l’economia del giornale. Secondo la Fnsi, infatti, i contratti pubblicitari borderline rischiano di creare un danno economico maggiore rispetto agli eventuali benefici immediati. Anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, si è schierato al fianco dei colleghi di Repubblica. In una nota, l’Usigrai ha lodato la “consapevolezza” della redazione, che con larghissima maggioranza ha votato per due giorni di sciopero. I rappresentanti sindacali hanno sottolineato l’importanza di difendere la trasparenza dell’informazione e contrastare ogni forma di confusione tra pubblicità e giornalismo, a tutela dei lettori e dell’autorevolezza del giornale. Anche l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Gedi Visual, la divisione che si occupa di contenuti multimediali per il gruppo Gedi, ha espresso piena solidarietà alla redazione di Repubblica, denunciando le gravi ingerenze durante l’evento Italian Tech Week. Il Cdr di Gedi Visual ha chiesto che venga garantita l’indipendenza giornalistica, affinché non si verifichino ulteriori compromessi tra editorialità e interessi commerciali. Infine, la Stampa Romana ha dichiarato la propria disponibilità a difendere con ogni mezzo il diritto di sciopero, condannando il tentativo dell’azienda di trasmettere l’evento aggirando la mobilitazione dei giornalisti. Secondo il sindacato regionale, questa decisione è una grave violazione delle norme deontologiche e contraddice l’identità storica di Repubblica, minando la fiducia dei lettori.