GIORNALISMO MULTIMEDIALE

L’ultimo saluto di Maurizio Molinari ai lettori di Repubblica

Maurizio Molinari

Maurizio Molinari, nell’editoriale di addio ai lettori di Repubblica, saluta il quotidiano che ha guidato per anni e che oggi passa nelle mani del suo successore, Mario Orfeo. Molinari descrive il ruolo di Repubblica come un baluardo a difesa della democrazia e dei diritti, impegnato a proteggere la società dall’assalto di populismi e autocrazie. Il quotidiano si distingue per la capacità di rappresentare il cambiamento, identificando e promuovendo diritti nuovi che nascono in ogni generazione, e rafforzando così la democrazia dall’interno.

Nel suo messaggio, Molinari sottolinea l’importanza di difendere i diritti di tutte le identità: dalle donne, colpite da femminicidi e abusi, alle famiglie, siano esse tradizionali o omogenitoriali. Repubblica, con il suo giornalismo di qualità, punta a proteggere le libertà individuali e a combattere per una comunità sempre più inclusiva, anche in campo digitale.

Il giornalismo di Repubblica, ribadisce Molinari, ha sempre combattuto contro due grandi minacce: il populismo, che cerca di minare il principio di rappresentanza democratica, e le autocrazie, che vogliono far implodere le democrazie. Il quotidiano ha sempre sostenuto l’importanza della verità contro le fake news, ricordando come la libertà di informazione sia il nemico principale dei regimi autoritari.

Molinari riconosce anche il ruolo innovativo di Repubblica nell’era digitale, con una redazione capace di coniugare il giornalismo tradizionale con le sfide tecnologiche, raggiungendo nuove audience e mantenendo alti gli standard di trasparenza e credibilità.

L’editoriale si chiude con i ringraziamenti di Molinari all’editore Gedi, ai redattori che hanno contribuito al successo del quotidiano, e alla sua famiglia per il supporto. Augura infine buon lavoro a Mario Orfeo, certo che Repubblica continuerà a essere protagonista nella difesa dei diritti e nell’innovazione, nel solco tracciato dal fondatore Eugenio Scalfari.