Sabato 26 ottobre 2024, un operaio di origini marocchine è deceduto in un incidente sul lavoro mentre era impiegato in un cantiere autostradale sull’A1, all’altezza di Firenze. L’uomo, travolto da un’auto, ha perso la vita durante il turno, lasciando dietro di sé una tragedia che pone ancora una volta l’accento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Tuttavia, la notizia non è stata resa pubblica, scatenando la reazione dell’Associazione Stampa Toscana, che ha diffuso martedì 29 ottobre 2024 un comunicato in cui denuncia la mancata informazione.
“Ancora una volta è stata censurata una notizia di cronaca e i cittadini si sono visti negare il diritto ad essere informati su un fatto grave qual è un incidente mortale sul lavoro”, afferma l’Associazione Stampa Toscana, che sottolinea come il silenzio della Procura di Firenze su questo episodio rappresenti una violazione del diritto all’informazione. Per l’Assostampa, l’omissione non colpisce solo i giornalisti, ma danneggia la società nel suo complesso, privandola del diritto all’informazione.
Nel comunicato, il sindacato regionale “ricorda al procuratore di Firenze che la diffusione di notizie di pubblico interesse non ha niente a che vedere con le norme sulla presunzione d’innocenza”, evidenziando come tale censura sembri basarsi su una distorsione del principio legale, senza considerare l’importanza sociale e pubblica di incidenti come questo. I giornalisti della Toscana chiedono quindi l’intervento delle più alte cariche dello Stato per porre fine a quella che ritengono essere una preoccupante limitazione della libertà di informazione.
Con un richiamo diretto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’Assostampa sottolinea che il capo dello Stato solo pochi giorni fa aveva definito i decessi sul lavoro una “piaga intollerabile”, invitando tutte le istituzioni e la società civile a un impegno attivo per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti i lavoratori.
L’Associazione Stampa Toscana conclude il comunicato con un appello deciso: “oscurare queste notizie significa non permettere agli organi di informazione di tenere alta la guardia sul tema della prevenzione e della sicurezza”. Secondo il sindacato, mantenere sotto silenzio questi eventi impedisce la costruzione di una consapevolezza collettiva sul problema, sottraendo alla comunità un’informazione fondamentale per prevenire nuove tragedie e promuovere una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro.