Italpress e Serbia: siglata intesa per scambi culturali

Siglata una nuova e significativa partnership tra Italpress e l’Ufficio per la diplomazia pubblica e culturale della Repubblica di Serbia, mirata a intensificare la cooperazione culturale e diplomatica. L’intesa prevede lo scambio di notizie e contenuti multimediali per promuovere attività culturali, organizzare eventi congiunti e sviluppare progetti in ambito internazionale. La firma ufficiale è avvenuta presso la sede del Governo Serbo a Belgrado alla presenza di Arnaud Guyon, direttore dell’Office for Public and Cultural Diplomacy della Serbia, e Gaspare Borsellino, direttore e fondatore di Italpress. All’evento hanno partecipato anche l’Ambasciatore Italiano in Serbia, Luca Gori, e Jovan Palalic, presidente dell’Associazione dell’Amicizia tra Serbia e Italia. Per Italpress, l’accordo rappresenta un ulteriore passo verso l’internazionalizzazione. Fondata 36 anni fa a Palermo, l’agenzia vanta redazioni a Roma e Milano, nonché corrispondenti negli Stati Uniti, con uffici a New York e Washington, e una presenza estesa nel Mediterraneo e in Europa. “Oggi è un momento importante per Italpress – ha commentato Borsellino – ci troviamo qui perché vogliamo consolidare la nostra presenza nei Balcani e prevediamo che Belgrado possa diventare l’hub per tutta l’area balcanica. Sono convinto che con questo nuovo accordo possiamo continuare a crescere nell’informazione sia dall’Italia verso i Balcani e viceversa – ha aggiunto – per creare un ponte tra questi due Paesi”. Arnaud Guyon ha sottolineato come questa collaborazione rappresenti una parte cruciale nel progetto di migliorare e promuovere l’immagine della Serbia all’estero. “Questo accordo è solo l’inizio di una nuova e proficua collaborazione con l’Italpress ed è parte del progetto che vuole diffondere e migliorare l’immagine della Serbia all’estero

d la Repubblica lancia un’edizione semestrale globale

Emanuele Farneti e d la Repubblica

d la Repubblica amplia i suoi orizzonti. Il magazine settimanale diretto da Emanuele Farneti, allegato al quotidiano di Largo Fochetti, lancia una nuova edizione semestrale rivolta a un pubblico globale. Questa versione, in lingua inglese, punta a offrire una selezione dei migliori contenuti della stagione, attraverso un formato di alta qualità, destinato ai collezionisti e agli appassionati di moda e cultura. La nuova edizione di d la Repubblica sarà stampata su carta di alta qualità e confezionata in un cofanetto rigido, pensato per attrarre lettori internazionali e valorizzare ogni numero come un oggetto da collezione. Al suo interno troveremo una ricca selezione dei migliori contenuti editoriali, dagli shooting fotografici realizzati dai grandi nomi della fotografia di moda alle interviste, ai reportage e agli approfondimenti più esclusivi. Questo progetto mira a raccontare il meglio della cultura e dello stile italiani, rivolgendosi a un pubblico che segue la rivista anche attraverso i social, ma che non risiede in Italia e non conosce la lingua. “Ci sono almeno due motivi per cui d si presenta oggi in questa nuova versione in lingua inglese”, ha spiegato Farneti. “Il primo è soddisfare la curiosità di chi ci ha conosciuto attraverso i social network negli ultimi due anni, ma non vive in Italia e non può leggere la nostra lingua. Il secondo ha più a che fare con il tempo: avere una rivista semestrale ci permetterà di raccogliere le storie migliori dandogli una sorta di seconda vita, affinché possano essere apprezzate ovunque nel mondo, in un esclusivo formato di altissima qualità”. Il primo numero dell’edizione internazionale di d la Repubblica sarà disponibile a partire da martedì 12 novembre, al costo di 35 euro. Composto da 456 pagine, di cui oltre 300 dedicate alla moda, il magazine promette di diventare un riferimento per il fashion internazionale. Le successive uscite saranno programmate a marzo 2025 e ottobre 2025. La distribuzione della nuova edizione internazionale si concentrerà in punti vendita selezionati come bookstore dei musei, boutique di marchi di lusso e librerie specializzate nelle principali città italiane, europee e globali, tra cui Parigi, Londra, Lisbona, Amsterdam, ma anche Stati Uniti, Canada e Asia. Questa selezione di punti vendita punta a valorizzare il progetto editoriale, posizionandolo come un prodotto di lusso, accessibile in contesti di prestigio e apprezzato dai cultori del settore. (in foto, Emanuele Farneti e la copertina del primo numero del magazine)

Riforma dell’Ordine: elezioni, quorum e autocandidature

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Il dibattito intorno alla riforma dell’Ordine dei Giornalisti si fa sempre più acceso, spinto dalla necessità di garantire un’informazione qualificata, accessibile e in linea con le trasformazioni digitali. Il presidente dell’Ordine, Carlo Bartoli, respinge le critiche definendo questa non una “battaglia corporativa,” ma una questione cruciale per tutelare l’interesse pubblico: “Un giornalismo sano e qualificato giova soprattutto al diritto dei cittadini a essere correttamente informati”. Con l’evoluzione delle tecnologie digitali e delle piattaforme social, l’attività giornalistica si è estesa a canali non convenzionali, sfidando il tradizionale approccio all’informazione. La Cassazione stessa, già quattro anni fa, ha riconosciuto che l’attività giornalistica può essere svolta con ogni mezzo atto a diffondere informazioni, sottolineando come la professione si stia adattando a nuovi linguaggi e tecnologie. Tuttavia, l’ampliamento dei canali d’informazione ha messo in luce problemi di privacy e il rischio di un accesso troppo “facile” alla professione, specie per i pubblicisti. Il regime particolare di cui godono i giornalisti in merito alla riservatezza e la possibilità di accedere ad archivi richiedono oggi un controllo più rigoroso sugli ingressi nell’albo, per garantire che chi accede alla professione rispetti standard etici e deontologici. L’Ordine ha già approvato varie proposte di riforma, che includono modifiche al regolamento elettorale. In Parlamento, sono state presentate tre proposte di legge sull’argomento, supportate dai deputati Valentina Grippo, Giorgio Mulè e Ubaldo Pagano. Lo scorso ottobre, Bartoli aveva ottenuto un impegno per accelerare il processo, ma a oggi le riforme restano bloccate, e si prospetta l’obbligo di convocare le elezioni entro i termini, già prorogati, senza modifiche. Le riforme mirano a semplificare il processo elettorale eliminando i quorum che richiedono attualmente un’elevata partecipazione, limitando il voto a un solo turno e consentendo autocandidature tramite PEC. Tra le novità proposte, la PdL Grippo prevede anche l’opzione di votazione telematica, agevolando la partecipazione. Tra le modifiche ipotizzate dall’Ordine, si propone di istituire una laurea magistrale in giornalismo come requisito di accesso alla professione. I pubblicisti, invece, dovranno possedere una laurea di primo livello e seguire un percorso di formazione specifico durante il biennio propedeutico. Il presidente Bartoli insiste sulla necessità di regolamentare l’accesso, richiedendo anche una posizione previdenziale attiva per l’iscrizione. “La vicenda di Carmine Gallo, implicato nello scandalo Equalize, certifica ancora una volta di più che c’è un’emergenza che non si vuol affrontare”, ha dichiarato Bartoli. Un giornalismo qualificato non è solo un interesse professionale, ma una garanzia per la democrazia e per i cittadini.