Sciopero al Guardian contro la cessione dell’Observer

The Observer

Il 4 e 5 dicembre, i giornalisti di Guardian e Observer si preparano a un’importante astensione dal lavoro, con uno sciopero che durerà 48 ore. La causa di questa protesta è legata alle trattative avviate dalla Guardian Media Group, proprietaria delle due testate, per la cessione dello storico settimanale della domenica, l’Observer, a Tortoise Media. L’operazione, avviata nel settembre 2024, ha suscitato grande preoccupazione tra i giornalisti, tanto che il 75% degli aventi diritto ha partecipato alla votazione per lo sciopero, con il 93% di sì. I giornalisti vedono la vendita dell’Observer come un “tradimento” di Scott Trust, l’ente che possiede il gruppo editoriale, e che garantisce l’indipendenza delle testate. Secondo i sindacati, la cessione metterebbe a rischio l’impegno del Trust verso l’integrità della testata e il suo legame con i valori storici del giornale. Le preoccupazioni aumentano ulteriormente a causa della natura del potenziale acquirente: Tortoise Media, fondato nel 2019 dall’ex BBC James Harding e da Matthew Barzun, ex ambasciatore statunitense nel Regno Unito. Nonostante Tortoise abbia dichiarato di voler continuare a pubblicare l’Observer, puntando su un rafforzamento della presenza digitale attraverso podcast, newsletter ed eventi, le difficoltà economiche del sito sono evidenti. I bilanci mostrano perdite di 4,6 milioni di sterline su un fatturato di 6,2 milioni. A portare avanti la critica alla trattativa è Carole Cadwalladr, giornalista e collaboratrice di lunga data del Guardian e dell’Observer. Sul suo blog, “The Power”, ha denunciato la trattativa esclusiva con Tortoise, avviata senza coinvolgere il direttore del settimanale e senza esplorare altre possibili offerte, nonostante ce ne fossero altre da parte di due diverse società. La scelta di Tortoise sembra inoltre legata a un rapporto di amicizia tra i vertici del Guardian e quelli di Tortoise, sollevando ulteriori dubbi sulla trasparenza dell’accordo.

Il Papa risponde ai lettori sul nuovo mensile “Piazza San Pietro”

Mensile Piazza San Pietro

Nasce il nuovo mensile “Piazza San Pietro”, annunciato ufficialmente dal portavoce della Basilica, padre Enzo Fortunato, che ha illustrato anche il piano di comunicazione aggiornato per la Basilica di San Pietro. La rivista, pensata per avvicinare i fedeli alla vita del Vaticano, si propone come uno spazio di dialogo e riflessione. Una delle rubriche centrali del mensile sarà “Risponde Francesco”, dove il Papa risponderà alle lettere inviate dai lettori. Nel primo numero, disponibile a dicembre, il Pontefice si è rivolto a una nonna che si rammarica per la mancata scelta del Battesimo da parte dei genitori della nipotina. Papa Francesco ha risposto con un messaggio di speranza: “Il Battesimo non si può imporre a genitori che non lo vogliono per i loro figli. Voi nonni, tuttavia, con il vostro esempio, potete aprire tanti cuori che sembrano chiusi”. Accanto alla pubblicazione del mensile, il nuovo piano di comunicazione prevede l’installazione di webcam per consentire un raccoglimento spirituale virtuale. Una sarà collocata sulla tomba di San Pietro, permettendo ai fedeli di tutto il mondo di inviare le loro preghiere, mentre un’altra sarà posizionata sulla Porta Santa, per offrire a chi non potrà partecipare fisicamente al Giubileo la possibilità di attraversarla simbolicamente. Le webcam saranno inaugurate il 2 dicembre, in una cerimonia guidata da Papa Francesco. Il progetto include anche un utilizzo strategico dei social network, pensato per rafforzare il legame con i fedeli e condividere informazioni utili. La Basilica punta a creare connessioni profonde con i cristiani di tutto il mondo, utilizzando un linguaggio moderno e accessibile. Inoltre, sarà inaugurata una sala polifunzionale all’interno della Fabbrica di San Pietro, destinata agli incontri con giornalisti e operatori dell’informazione. Con queste iniziative, la Basilica di San Pietro si prepara ad accogliere i fedeli in modo innovativo, rafforzando la sua presenza globale e rendendo il prossimo Giubileo un evento davvero inclusivo.