ItaliaOggi rinnova il sito con Baglio come vicedirettore al digitale

ItaliaOggi, storico quotidiano economico-finanziario di Class Editori, ha lanciato una nuova versione del suo sito, puntando su un’offerta digitale completamente rinnovata. Tra le novità spiccano formati editoriali innovativi, contenuti multimediali – incluse infografiche, video tutorial, podcast – e una navigazione ottimizzata per il mobile. A guidare questa trasformazione è stato nominato Giorgio Baglio, nuovo vicedirettore con delega al digitale. Baglio porta con sé un’esperienza consolidata nell’informazione digitale, maturata presso l’AGI e upday, la piattaforma di notizie del gruppo Axel Springer. “Abbiamo una piattaforma tecnologica all’avanguardia che può rendere i contenuti ancora più fruibili, sia per i professionisti sia per il pubblico generalista. Profondità e chiarezza continueranno a essere il tratto distintivo della nostra informazione anche online”, commenta Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi. Il sito adotta un modello di business freemium con tre livelli. L’offerta premium, riservata agli abbonati, include l’edizione digitale, la nuova Banca dati normativa – sviluppata con XLiGO – e l’accesso a un vasto archivio storico. La versione base mira invece a coinvolgere i lettori più giovani con linguaggi diretti e contenuti dinamici. La nuova home page organizza le notizie per aree tematiche, spaziando da diritto e fisco a settori come marketing ed enti locali. Inoltre, il sito ospiterà approfondimenti e contenuti esclusivi, arricchendo l’offerta editoriale rispetto alla versione cartacea. Roberto Bernabò, Chief Digital Development Manager di Class Editori, ha commentato: “il lancio del nuovo sito di ItaliaOggi segna l’inizio di una stagione di grande innovazione. Nei prossimi mesi, il sito sarà arricchito di nuove verticalità che coniugheranno le competenze della redazione con le opportunità offerte da partner come XLiGO e soluzioni di Intelligenza Artificiale.” L’architettura tecnologica è stata curata da Evolution Group, già partner per altri progetti di Class Editori, mentre la pubblicità è gestita da Class Pubblicità. L’obiettivo è triplicare, o addirittura quadruplicare, il traffico del sito entro i prossimi due anni, ampliando i target e proponendo contenuti long form destinati anche alla televisione.
La Repubblica Parma: il Cdr si oppone alla chiusura

La redazione di Parma di Repubblica è a rischio chiusura. La decisione dell’azienda e del direttore Mario Orfeo è stata comunicata al Comitato di redazione durante un incontro e comporta anche il mancato rinnovo del contratto a Francesco Nani, storico giornalista presente dal 2008. Il Cdr ha respinto con forza questa ipotesi, sottolineando la necessità di un rilancio di Repubblica e di maggiori investimenti per il giornalismo di qualità, anziché tagli che rischiano di compromettere l’identità stessa del giornale. Secondo il Cdr, la chiusura sarebbe motivata dalla sfiducia nei confronti delle pagine locali, nonostante esempi di successo come i network di notizie locali e la strategia opposta del Corriere della Sera, che continua ad aprire nuove pagine territoriali. I dati di raccolta pubblicitaria su Parma, rileva il Cdr, ripagano abbondantemente i costi, che includono un fotografo freelance e due collaboratrici retribuite con compensi minimi. “La logica del puro contenimento dei costi – afferma il Cdr – potrebbe colpire oggi Parma e domani altre realtà, impoverendo un’informazione di qualità radicata sul territorio”. Le redazioni locali, secondo il piano di riorganizzazione aziendale, sono parte integrante dell’identità di Repubblica. Tuttavia, la gestione attuale sembra andare in senso contrario, nonostante i sacrifici chiesti ai giornalisti, tra cui un nuovo piano di prepensionamenti. Anche l’Associazione della Stampa Emilia-Romagna (Aser) si è schierata al fianco della redazione di Parma, condannando la decisione e chiedendo alle istituzioni locali di intervenire per scongiurare la chiusura. La nota dell’associazione ricorda che Parma fu una delle prime edizioni esclusivamente online di Repubblica, un progetto che mirava a rafforzare il legame con il territorio. Aser conclude con un appello alla politica, spesso disattenta alla crisi del settore editoriale.