Il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, ha raccontato al Corriere della Sera la vicenda della giornalista Cecilia Sala, arrestata il 19 dicembre in Iran. Calabresi ha sottolineato l’impegno delle autorità italiane per riportarla a casa, mostrando fiducia nel lavoro della Farnesina. “L’Italia non lascia mai soli i propri cittadini”, ha dichiarato, ricordando esperienze passate come il rapimento di Domenico Quirico in Siria durante la sua direzione de La Stampa. La giornalista, conosciuta per la sua professionalità, si trovava a Teheran per raccontare la realtà attuale, un viaggio che desiderava fare da tempo.
Sala aveva pianificato ogni dettaglio con scrupolosità, ottenendo un visto di otto giorni e collaborando con un fixer fornito dall’ambasciata. Tuttavia, giovedì 19, il suo silenzio ha subito allarmato il team di Chora Media: non aveva inviato la registrazione del podcast Stories e il suo telefono risultava spento. Dopo aver contattato il compagno di Sala, Daniele Raineri, è stata attivata l’unità di crisi della Farnesina.
Sala ha successivamente telefonato alla madre, riferendo di essere stata arrestata e rassicurando di non aver subito violenze, pur parlando con tono che sembrava “leggere un comunicato”. Ha potuto parlare anche con il padre e con Raineri, menzionando brevemente le condizioni in prigione. A Natale, ha detto, le sono stati serviti pollo, riso e due sigarette.
L’ambasciatrice italiana Paola Amedei è riuscita infine a farle visita, portandole cibo e vestiti, confermando che la giornalista è in buone condizioni fisiche. Il team di Chora Media, insieme alle autorità, resta unito nel tentativo di riportare Cecilia Sala a casa al più presto.
(In foto, Mario Calabresi)