Internazionale abbandona X dal 23 gennaio 2025: le ragioni della decisione nell’editoriale di De Mauro

Elon Musk

Nell’era dei social network e delle rivoluzioni tecnologiche, la disinformazione è diventata una potente arma di controllo sociale. La scrittrice e attivista Djarah Kan denuncia apertamente questa deriva, puntando il dito contro figure come Elon Musk, il miliardario sudafricano che, secondo Kan, incarna un delirio di onnipotenza capace di minacciare i progressi sociali e civili ottenuti con secoli di lotte. Musk, con le sue promesse di colonizzazione di Marte, macchine volanti e tecnologie invasive come l’internet nel cervello, è visto come il simbolo di un’élite tecnologica pronta a sacrificare i diritti fondamentali sull’altare del profitto e del controllo. Questa riflessione non arriva solo da Kan, ma è stata ripresa dal direttore Giovanni De Mauro nell’editoriale del numero 1598 di Internazionale, a pagina 3. De Mauro sottolinea come i social media, gestiti da pochi miliardari, siano diventati strumenti che minano la democrazia e alimentano una pericolosa deriva autoritaria. La disinformazione non è più un problema isolato o relegato agli analfabeti funzionali, ma una strategia deliberata utilizzata da governi autoritari e partiti di destra per manipolare l’opinione pubblica, destabilizzare governi democratici e influenzare le scelte elettorali delle masse. Un caso emblematico di questa situazione è rappresentato dalla piattaforma X (ex Twitter), di proprietà di Musk. Un tempo luogo di confronto e circolazione di informazioni, oggi X è diventata uno spazio ostile, dominato dalla polarizzazione e dalla manipolazione di massa. Di fronte a questa situazione, molte testate giornalistiche europee hanno deciso di abbandonare la piattaforma. Tra queste, Le Monde, The Guardian, La Vanguardia, e, più recentemente, anche Internazionale. La scelta di chiudere gli account su X (dal 23 gennaio 2025) è un gesto simbolico ma significativo, che evidenzia come queste piattaforme siano sempre più incompatibili con i principi di trasparenza e democrazia. De Mauro, riprendendo le parole di Kan, sottolinea l’urgenza di affrontare questa deriva. Continuare a ignorare il problema equivale a consegnare il potere decisionale a una ristretta élite, che usa la disinformazione per consolidare il proprio controllo. La democrazia, fragile e complessa, non può sopravvivere in un sistema che tollera la diffusione incontrollata di fake news e manipolazioni. La disinformazione, oggi, rappresenta il fondamento di una nuova dittatura tecnologica, mascherata da progresso e innovazione. (In copertina, Elon Musk nella Capitol One Arena a Washington, il 20 gennaio 2025)

Boston Magazine entra in Boston Globe Media Partners

Boston Magazine, storica rivista che da oltre 50 anni racconta la cultura di Boston, è stata acquisita da Boston Globe Media Partners, segnando un cambio significativo dalla precedente proprietà Metro Corp. L’operazione mira a garantire continuità e crescita della rivista sotto la guida di un’organizzazione profondamente legata alla comunità locale. Linda Henry, CEO di Boston Globe Media, ha dichiarato che l’obiettivo è preservare l’eredità di Boston Magazine, rafforzandone il ruolo come parte integrante dell’identità cittadina. David Lipson, presidente di Metro Corp, ha ricordato la gestione familiare della rivista iniziata nel 1970 con suo padre, esprimendo fiducia nel futuro della testata sotto Boston Globe Media. Quest’ultima si impegna a mantenere abbonamenti e collaborazioni pubblicitarie esistenti, garantendo una transizione fluida per i lettori. Dhiraj Nayar, presidente di Boston Globe Media, ha annunciato l’intenzione di migliorare sia l’esperienza cartacea che digitale della rivista, con un approccio innovativo e orientato alla comunità. L’acquisizione consolida il portafoglio di Boston Globe Media, già noto per il Boston Globe, vincitore di 27 premi Pulitzer, e altre iniziative mediatiche. Questa mossa rafforza il ruolo di Boston Magazine come cronista della vitalità e delle trasformazioni della città.