La Casa Bianca sceglie i giornalisti che seguiranno Trump

La Casa Bianca ha annunciato un cambiamento significativo nella gestione dell’accesso dei giornalisti agli eventi presidenziali, rompendo con una tradizione consolidata. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che l’amministrazione Trump selezionerà manualmente quali organi di informazione potranno far parte del pool giornaliero, un piccolo gruppo di reporter che segue il presidente. Questa decisione segna una svolta rispetto al passato, quando la selezione era gestita in autonomia dalla White House Correspondents’ Association (WHCA), l’organizzazione che rappresenta i media accreditati presso la Casa Bianca. Tradizionalmente, il sistema del pool giornalistico garantisce che le dichiarazioni e le attività del presidente siano documentate in modo imparziale e distribuite a un pubblico più ampio, comprendente numerosi organi di stampa. Il pool è spesso composto da giornalisti di organizzazioni come CNN, Reuters, The Associated Press, ABC News, Fox News e The New York Times. La nuova politica annunciata dalla Casa Bianca mira invece a includere i nuovi media, come piattaforme digitali, servizi di streaming e podcast, ampliando il bacino di chi può accedere alle conferenze e agli eventi ufficiali. La decisione ha scatenato reazioni immediate da parte della WHCA, che ha condannato l’iniziativa con una dichiarazione ferma. Il presidente dell’associazione, Eugene Daniels, ha sottolineato che questa scelta compromette l’indipendenza della stampa e potrebbe permettere al governo di selezionare arbitrariamente i giornalisti che seguono il presidente. Secondo Daniels, in una democrazia i leader non dovrebbero avere il potere di decidere chi può documentare le loro attività. L’WHCA ha inoltre affermato di non essere stata informata preventivamente di questa modifica e ha ribadito il proprio impegno nel garantire trasparenza e accesso equo a tutti i media. Nonostante le critiche, l’amministrazione Trump ha già introdotto alcuni cambiamenti nella disposizione della sala stampa, includendo posti riservati a testate emergenti e figure vicine alla presidenza. Resta da vedere come verrà applicato concretamente il nuovo sistema e quali saranno i criteri di selezione adottati dalla Casa Bianca. La Leavitt ha affermato che il nuovo approccio restituirà “il potere al popolo americano”, suggerendo che l’intenzione dell’amministrazione sia quella di ampliare le voci rappresentate nelle conferenze presidenziali. Tuttavia, la questione solleva interrogativi sull’imparzialità dell’accesso e sulle possibili ripercussioni per la libertà di stampa negli Stati Uniti. (In foto, Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, parla ai giornalisti nella sala stampa)
Citynews espande Dossier in sette nuove città. Dal 18 marzo contenuti per abbonati

La sezione premium Dossier di Citynews amplia la sua presenza, raggiungendo nuove città oltre a Bologna, Forlì, Ravenna, Rimini e Monza. Da oggi, anche i lettori di Genova, Udine, Trieste, Firenze, Bari, Foggia e Pescara potranno accedere a questa innovativa area dedicata all’inchiesta giornalistica. Come per le prime edizioni, l’accesso sarà inizialmente gratuito previa registrazione, ma dal 18 marzo i contenuti saranno riservati agli abbonati. Citynews si distingue da anni per un’informazione accurata e tempestiva a livello nazionale, e con Dossier rafforza ulteriormente il suo impegno nella produzione di contenuti approfonditi e di qualità. Secondo Luca Lani, CEO di Citynews, il flusso costante di informazioni odierno rende cruciale il ruolo dell’approfondimento giornalistico, consolidando il rapporto di fiducia tra lettori e redazioni. Per sostenere l’evoluzione di Dossier, Citynews ha potenziato le proprie redazioni con team specializzati nell’inchiesta e nell’analisi dei fatti. La sezione offrirà reportage esclusivi e approfondimenti inediti, garantendo agli abbonati un’esperienza di lettura senza pubblicità su tutto il network.
NewsGuard: 302 fake news in tre anni di guerra in Ucraina

A tre anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la disinformazione ha assunto proporzioni sempre maggiori, con la diffusione di 302 fake news su oltre 500 piattaforme. Questo fenomeno è stato accompagnato da un crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha reso le notizie manipolate ancora più convincenti. Secondo il monitoraggio di NewsGuard, il database Misinformation Fingerprints ha registrato un’evoluzione nelle tattiche di propaganda. Nei primi mesi di guerra, la narrazione della propaganda russa si concentrava sull’accusa di una presunta diffusione del nazismo in Ucraina. Col passare del tempo, però, la strategia si è spostata su altri temi, come la corruzione del governo ucraino, il presunto calo del sostegno politico a Zelensky e l’inefficacia dell’aiuto economico occidentale destinato al Paese. Dal febbraio 2022, le modalità di diffusione della disinformazione si sono trasformate, evidenziando una crescita nell’impiego dell’intelligenza artificiale. Nel primo anno di conflitto, NewsGuard ha smentito 112 fake news, di cui solo una generata da AI. Nel secondo anno, il numero è sceso a 71, con cinque casi di manipolazione artificiale, mentre nel terzo anno sono state individuate 119 notizie false, con 16 episodi di contenuti creati attraverso AI. Uno dei primi deepfake scoperti nel marzo 2022 mostrava un discorso falsificato di Zelensky, nel quale il presidente esortava gli ucraini alla resa. Inoltre, l’intelligenza artificiale è stata impiegata da fonti filo-Cremlino per creare articoli fasulli attribuiti a testate internazionali come BBC, CNN e Bloomberg News, con l’obiettivo di diffondere notizie ingannevoli. Dal 2022 a oggi, NewsGuard ha identificato 44 narrazioni false diffuse da siti che imitavano fonti autorevoli, 24 delle quali emerse nell’ultimo anno. La crescente sofisticazione dell’intelligenza artificiale nella disinformazione rende sempre più difficile distinguere tra verità e manipolazione, condizionando la percezione del conflitto in Ucraina.