Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, solleva preoccupazioni sulla possibile vendita dell’Agenzia AGI, suscitando dubbi sul futuro dell’informazione nel Paese. La trattativa, che coinvolge Eni (proprietaria dell’AGI) e l’imprenditore Antonio Angelucci, editore di varie testate giornalistiche, ha destato l’attenzione dei partiti di opposizione e della redazione dell’AGI stessa. Tuttavia, Giorgetti si distacca dall’argomento, affermando che il Ministero dell’Economia non ha il potere di decidere sulla cessione di asset non strategici nel settore. Le critiche non si fanno attendere, con il Partito Democratico che definisce l’atteggiamento del ministro “pilatesco”. L’opposizione teme che un eventuale cambio di proprietà possa compromettere l’indipendenza dell’agenzia e minare il pluralismo dell’informazione, portando a un possibile conflitto d’interesse e alla perdita di posti di lavoro. Giorgetti solleva ulteriori dubbi sulla compatibilità tra la proprietà dell’AGI da parte di Eni, una società partecipata dallo Stato, e l’effettiva libertà di informazione. Tuttavia, assicura che la vendita non sarà pro-maggioranza e che non vi sarà alcuna interferenza durante il suo mandato. Mentre la vicenda continua a tenere banco, le istituzioni competenti valuteranno il possibile conflitto d’interessi, mentre la redazione dell’AGI prosegue nello sciopero in segno di protesta.