GIORNALISMO MULTIMEDIALE

È morto Franco Di Mare, aveva 68 anni

Franco Di Mare

’’Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie’’.

Il mondo del giornalismo italiano piange la perdita di uno dei suoi pilastri, Franco Di Mare, un uomo la cui vita è stata un’esemplare testimonianza di dedizione e passione per l’informazione. Attraverso decenni di lavoro instancabile, Di Mare ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del giornalismo.

La carriera

Nato il 28 luglio 1955, ha intrapreso il suo percorso professionale dopo essersi laureato in Scienze Politiche presso l’Università Federico II di Napoli.

Le sue prime esperienze giornalistiche lo hanno visto impegnato come cronista di giudiziaria per L’Unità, prima di trasferirsi a Roma e diventare caporedattore della redazione centrale dello stesso giornale. Tuttavia, è stato il suo ingresso nella Rai nel 1991 a segnare l’inizio di una carriera che lo avrebbe reso una figura di spicco del giornalismo televisivo italiano.

Come inviato speciale per il TG2, Di Mare ha coperto alcuni degli eventi più significativi della storia recente, concentrandosi soprattutto sulla guerra nei Balcani, ma senza trascurare altre zone di conflitto in Africa e America centrale. La sua capacità di raccontare le vicende internazionali con profondità e sensibilità lo ha reso un punto di riferimento per il pubblico italiano, guadagnandosi un’enorme popolarità.

Il suo passaggio al TG1 nel 2002 ha ampliato ulteriormente la sua portata, consentendogli di seguire da vicino i principali eventi globali, dalle guerre del Golfo all’instabilità politica dell’America Latina. Di Mare si è distinto per la sua capacità di ottenere interviste esclusive e di cogliere gli aspetti più profondi e intricati delle situazioni che ha raccontato.

Ma Di Mare non era solo un giornalista di guerra. La sua versatilità lo ha portato a condurre programmi di grande successo come Uno Mattina e Sabato e Domenica, diventando un volto familiare per milioni di italiani. La sua capacità di comunicare in modo chiaro e coinvolgente lo ha reso un conduttore amato e rispettato.

Il suo contributo alla Rai è stato riconosciuto con incarichi sempre più prestigiosi, culminati con la direzione di Rai 3 nel 2020. Anche dopo il suo pensionamento nel 2021, Di Mare ha continuato a lavorare con dedizione, conducendo il programma Frontiere fino al maggio 2023.

Impegno civile

L’eredità di Franco Di Mare va oltre il suo lavoro giornalistico. Il suo impegno sociale e civile è stato evidente attraverso il suo lavoro come testimonial per organizzazioni umanitarie e attraverso progetti artistici come lo spettacolo teatrale “Amira”, in cui ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli orrori della guerra.

La malattia

La sera del 28 aprile, durante il programma televisivo “Che tempo che fa”, Franco Di Mare, un giornalista con una lunga carriera alle spalle, ha condiviso con il pubblico la sua battaglia contro il mesotelioma, un tumore legato all’esposizione all’amianto. Con voce ferma ma carica di emozione, ha raccontato il suo drammatico percorso, sottolineando l’importanza della ricerca scientifica e trasmettendo un messaggio di speranza per una possibile soluzione futura.

Il conduttore Fabio Fazio ha presentato il libro di Di Mare, intitolato “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi“, pubblicato da Sem, che non solo racconta la vita del giornalista ma invita anche alla riflessione sull’importanza della solidarietà, specialmente nei momenti di malattia.

Di Mare ha espresso il suo sdegno per il trattamento ricevuto dai vertici della Rai, affermando di non aver ricevuto risposte alle sue richieste di supporto durante la sua malattia. Le sue accuse si sono concentrate su Fabrizio Salini e Carlo Fuortes, ex amministratori delegati della Rai, insieme ai responsabili del personale e legale Felice Ventura e Francesco Spadafora.

Roberto Sergio, attuale amministratore delegato della Rai, e Giampaolo Rossi, direttore generale, hanno dichiarato di essere venuti a conoscenza della situazione solo il 28 aprile 2024 e si sono impegnati a fornire tutto il supporto possibile a Di Mare. La ricostruzione della vicenda indica che Salini potrebbe essere stato a conoscenza della situazione prima di lasciare l’incarico, mentre Fuortes potrebbe aver gestito la questione tramite gli uffici competenti.