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Observer in vendita: dubbi sull’indipendenza editoriale

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Tre ex redattori dell’Observer (Will Hutton, Roger Alton e John Mulholland) hanno manifestato “profonda preoccupazione” riguardo alla possibile vendita del giornale a Tortoise Media. Roger Alton, John Mulholland e Will Hutton, che hanno ricoperto il ruolo di direttori per oltre 20 anni complessivi al timone del più antico quotidiano domenicale del Regno Unito, hanno espresso i loro timori in una lettera indirizzata allo Scott Trust.

Essi ritengono che le garanzie offerte dallo Scott Trust nel 1993, al momento dell’acquisto dell’Observer, “vengano palesemente abrogate“. In particolare, fanno riferimento alle parole dell’allora presidente Hugo Young, che aveva dichiarato: “Le garanzie del trust saranno completamente estese a The Observer, che sarà curato indipendentemente da The Guardian e manterrà il suo carattere separato”.

Il compito dello Scott Trust, che dal 1936 è proprietario del The Guardian, è quello di proteggere l’indipendenza finanziaria ed editoriale del giornale. Tuttavia, secondo quanto riportato dalla Press Gazette, la direzione del Guardian ritiene che la citazione di Young si riferisse all’indipendenza editoriale dell’Observer e non alla sua copertura da parte del trust.

Nella loro lettera, i tre ex direttori hanno avvertito che il consiglio di amministrazione potrebbe “mettere da parte” l’impegno assunto nei confronti dell’Observer, ma hanno sottolineato che ciò “non può essere fatto così facilmente e comunque in modo onorevole”. Essi hanno chiesto che vengano fornite ragioni inequivocabilmente convincenti per giustificare la vendita e che vengano condotti studi approfonditi per garantire la sopravvivenza a lungo termine del giornale.

Hanno ricordato: “The Observer è sopravvissuto per quasi 250 anni: c’è una grande responsabilità su coloro che sono coinvolti nelle discussioni attuali per garantire che qualsiasi decisione protegga al meglio The Observer, e non solo per i prossimi cinque anni”.

La Tortoise Media, che si è mostrata interessata all’acquisto del titolo, ha promesso un investimento aggiuntivo di 5 milioni di sterline all’anno per cinque anni. Tuttavia, i tre redattori hanno espresso dubbi sulla sostenibilità del piano di Tortoise, affermando che tale somma sarebbe assorbita dai costi di gestione di un quotidiano domenicale autonomo, a meno che non ci siano altre ambizioni non dichiarate per il titolo.

In chiusura, la lettera critica il fatto che lo Scott Trust stia considerando la vendita a un’impresa sostenuta da capitale di rischio, il cui modello di business si basa su vendite periodiche piuttosto che sulla proprietà a lungo termine. Essi si chiedono se siano state considerate altre opzioni per il riutilizzo dell’Observer sotto la proprietà del Trust e quali siano le garanzie per la sua sostenibilità futura.

Lo Scott Trust si è riunito il 7 ottobre per discutere la questione, ma non ha ancora risposto pubblicamente alla lettera dei tre ex redattori né a una lettera aperta firmata da circa 80 personalità culturali britanniche, che descrivono l’offerta di Tortoise come “sconsiderata” e “un tradimento”.

Nel frattempo, la cappella congiunta della NUJ per The Guardian e The Observer ha approvato un voto di sfiducia nei confronti dello Scott Trust e ha avviato una procedura di votazione tra i membri per decidere se intraprendere uno sciopero contro l’accordo.

Una fonte interna all’Observer ha descritto l’atmosfera come “terribile”, sostenendo che la dirigenza del Guardian stia facendo pressione affinché l’accordo con Tortoise venga approvato, altrimenti “non ci sarebbe futuro” per il giornale all’interno del gruppo.

Nonostante ciò, lo Scott Trust ha confermato che le trattative con Tortoise Media sono in corso, riconoscendo l’incertezza che ciò sta generando tra il personale.