“Voi con queste gonnelline mi provocate”. Questa è la frase con cui un formatore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia si rivolgeva alle sue alunne durante le lezioni. A seguito di queste parole e delle accuse di comportamenti inappropriati, il formatore è stato allontanato dall’incarico. L’inchiesta, condotta dalle giornaliste Francesca Candioli, Roberta Cavaglià e Stefania Prandi e pubblicata il 16 ottobre 2024 su IrpiMedia, ha fatto luce su dieci anni di molestie e discriminazioni sessuali subite da studenti e studentesse. La ricerca ha raccolto 239 testimonianze, e un terzo delle studentesse ha raccontato di aver subito molestie verbali e sessuali o discriminazioni in classe o durante gli stage.
L’inchiesta, accessibile sul sito di IrpiMedia, include prove concrete come screenshot di chat e registrazioni video. Tra le testimonianze emergono fatti gravi: mani sulle cosce, messaggi notturni, apprezzamenti inappropriati, e addirittura promesse di avanzamenti di carriera in cambio di attenzioni sessuali. Una delle testimonianze più emblematiche riguarda un giornalista che, durante una lezione, ha detto alle studentesse che con le loro “gonnelline corte” lo provocavano. In un’altra testimonianza, una stagista ha raccontato di aver ricevuto continui commenti sul suo abbigliamento da parte di un redattore, che la definiva “bella vestita da gitana”.
Anche il Master Walter Tobagi di Milano è stato al centro delle denunce. Tre studentesse hanno riferito di essere state invitate a collaborare con una redazione, per poi subire avances da parte di un formatore. La studentessa che ha rifiutato le sue attenzioni è stata esclusa dalle attività redazionali. Ida, una studentessa della Luiss di Roma, ha raccontato di come un giornalista le abbia chiesto di andare a casa sua, insistendo nonostante il suo rifiuto, e descrivendo le sue sensazioni fisiche nel sentirla parlare.
Molte altre storie provengono da redazioni in tutta Italia, dove studentesse e giovani giornaliste hanno subito molestie sia verbali che fisiche. Nella redazione di una televisione nazionale a Roma, una collaboratrice ha riferito di essere stata pubblicamente oggetto di apprezzamenti sul suo aspetto fisico da parte di un caporedattore, e dopo il suo rifiuto è stata privata di ulteriori incarichi.
Nonostante queste testimonianze, poche denunce formali sono state fatte. Gianni Riotta, direttore del Master di Giornalismo e Comunicazione Multimediale della Luiss, ha confermato di non aver rinnovato il contratto al formatore accusato di molestie, sottolineando però che il fatto che l’alunna si sia confidata con loro dimostra un clima di fiducia. Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha dichiarato che non ci sono state segnalazioni ufficiali, ma ha ribadito l’importanza di denunciare subito.
La Cpo Fnsi, con un comunicato diffuso il 17 ottobre 2024, ha ripreso questi temi, sottolineando la necessità di combattere il sessismo e di creare un ambiente sicuro in cui le vittime possano sentirsi supportate nel denunciare le violenze.
(Immagine da Pixabay)