Cusano Italia TV e Cusano News 7, le emittenti televisive dell’Università Niccolò Cusano, chiuderanno i battenti. Il palinsesto delle due reti “sarà completamente interrotto dopo 5 anni dalla prima messa in onda”. A dare l’annuncio è stata la stessa Università, specificando che oltre 250 professionalità impiegate nel progetto saranno messe in mobilità e resteranno “inesorabilmente senza lavoro”. Un commento amaro arriva dall’amministratore delegato, Stefano Bandecchi: “Vanno a fare gli agricoltori”.
La decisione è stata presa a seguito delle vicende che hanno coinvolto l’Ateneo e che hanno portato la magistratura a considerare le attività televisive come non attinenti allo scopo istituzionale della Terza Missione universitaria. Le reti televisive di Unicusano rappresentavano un modello unico nel panorama nazionale ed europeo, configurandosi come un importante spin off universitario. La chiusura pone fine all’unica opportunità di formazione professionale nell’ambito della comunicazione televisiva offerta agli studenti delle facoltà di Lettere, Scienze della Comunicazione e Filosofia.
In un’intervista all’Ansa, Bandecchi ha spiegato la situazione finanziaria alla base della decisione: “Dopo otto mesi avevamo trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate del Lazio per 12,5 milioni di euro. Tuttavia, la magistratura e la Guardia di Finanza hanno avuto un’opinione diversa, bloccando l’accordo”. Bandecchi ha chiarito che, secondo le indicazioni giudiziarie, sarebbe stato necessario separare le attività televisive da quelle universitarie.
Il risultato? “Intanto 250 persone vanno a fare gli agricoltori”, ha aggiunto con ironia Bandecchi, facendo riferimento alla gravità della situazione occupazionale. “Quando l’operazione sarà conclusa, spariranno parecchie professionalità”. Un’analoga controversia giudiziaria, risalente al 2009, è stata risolta solo la scorsa settimana, a distanza di 15 anni. Concludendo, l’amministratore delegato ha criticato la lentezza e le dinamiche del sistema: “Se questo è il modo in cui vanno le cose in questo Paese… siamo messi bene”.
(in copertina, l’AD Stefano Bandecchi)