RaiNews24: l’83% sfiducia il direttore Petrecca

La crisi all’interno di Rainews24 ha raggiunto un punto di rottura. La redazione del canale all news ha votato la sfiducia al direttore Paolo Petrecca, accusandolo di aver piegato l’informazione pubblica alla propaganda del governo Meloni e della maggioranza. La partecipazione al voto ha superato il 75%, con un risultato netto: l’83% degli interni ha espresso il proprio dissenso. Anche molti iscritti al sindacato di destra Unirai hanno contribuito a questa decisione. Il messaggio è stato inviato ai vertici di Viale Mazzini, mentre il Cda si prepara a discutere le nuove nomine. Tuttavia, il confronto politico all’interno del centrodestra sta rallentando il processo decisionale, con continui rinvii a causa di contrasti interni. A scatenare la protesta è stato un titolo errato riguardante l’assoluzione di Andrea Delmastro, che per tre edizioni è stato trasmesso in modo fuorviante prima di essere corretto con la notizia della condanna del sottosegretario alla Giustizia. Questo episodio ha portato Rainews24 al centro delle critiche. La redazione accusa Petrecca di aver assunto il controllo della titolazione, mettendo a rischio l’etica giornalistica e la deontologia professionale. L’assemblea dei giornalisti denuncia una lunga serie di forzature editoriali: la modifica arbitraria di articoli, l’eliminazione di firme per evitare contenuti sgraditi, l’inserimento di parolacce nelle “Pillole di poesia”, e l’uso di titoli tendenziosi come l’accostamento tra “Criminalità e Migranti”. Viene inoltre criticata la copertura politica, accusata di essere eccessivamente favorevole al governo, con video integrali della premier anche in assenza di notizie rilevanti. Secondo la redazione, la gestione di Petrecca avrebbe avuto un impatto sulle condizioni di lavoro e sull’efficacia produttiva della testata. Il mandato del direttore è scaduto a novembre, e la richiesta della redazione è di un cambio alla guida del canale.
La riforma di Bezos costa al Washington Post 75.000 lettori

Il Washington Post sta affrontando una crisi senza precedenti dopo l’annuncio di Jeff Bezos sulla riforma radicale della sezione delle opinioni del giornale. La decisione ha portato a una fuga di oltre 75.000 abbonati digitali, scatenando forti proteste interne ed esterne. Il cambiamento imposto dal fondatore di Amazon mira a orientare la linea editoriale verso una visione più libertaria, limitando la pubblicazione di opinioni contrastanti. Questo ha portato alle dimissioni immediate dell’editor di opinione David Shipley, che aveva tentato invano di fermare la riforma. Anche figure di spicco del giornale, come David Maraniss e l’ex direttore esecutivo Marty Baron, hanno condannato la decisione, definendola un pericoloso passo indietro per il giornalismo indipendente. L’ondata di cancellazioni di abbonamenti rappresenta il culmine di un malcontento iniziato mesi fa. Già a ottobre, Bezos aveva bloccato un endorsement del Washington Post per la candidata democratica Kamala Harris, provocando la cancellazione di oltre 300.000 abbonamenti. Secondo un dirigente del giornale, il Post ha cercato di sostituire questi lettori con offerte scontate, aumentando la tiratura di 400.000 copie. Tuttavia, il saldo netto delle perdite rimane significativo, con centinaia di migliaia di abbonati in meno rispetto a prima delle elezioni presidenziali. Durante la presidenza di Donald Trump, sotto la direzione di Marty Baron, il Washington Post si era distinto per un giornalismo incisivo e critico nei confronti dell’ex presidente, adottando il motto “La democrazia muore nell’oscurità”. Nel 2020, la pagina editoriale aveva pubblicato un articolo in cui avvertiva che “un secondo mandato di Trump potrebbe danneggiare l’esperimento democratico oltre ogni recupero”. Il nuovo orientamento imposto da Bezos segna quindi una netta rottura con questa tradizione. Nel suo memorandum pubblico, Bezos ha dichiarato che la sezione delle opinioni sarà riorientata a sostegno delle “libertà personali e del libero mercato”, escludendo punti di vista contrari. La decisione ha destato preoccupazione anche all’interno della redazione del Post. Il direttore esecutivo Matt Murray ha rassicurato i giornalisti che la copertura delle notizie non sarà influenzata dalla nuova linea editoriale. Tuttavia, il clima di sfiducia cresce. All’inizio di gennaio, Ann Telnaes, storica vignettista vincitrice del premio Pulitzer, ha lasciato il giornale dopo che una sua illustrazione satirica su Bezos e altri miliardari inginocchiati davanti a Trump era stata censurata. La sua uscita ha innescato un’ulteriore ondata di cancellazioni. Parallelamente, il legame tra Bezos e Trump si è rafforzato. L’ex presidente ha confermato di aver cenato con Bezos poco dopo il suo annuncio. Inoltre, il fondatore di Amazon ha donato 1 milione di dollari al fondo per l’insediamento di Trump, suscitando interrogativi sui suoi reali intenti. Bezos ha difeso le sue scelte dichiarando che il pubblico considera i media “di parte” e che la sua riforma punta a rafforzare la credibilità del giornale. Tuttavia, il suo coinvolgimento in contratti governativi multimiliardari con Amazon e Blue Origin solleva dubbi sull’indipendenza editoriale della testata. I concorrenti del Washington Post hanno colto l’opportunità per rafforzare la loro posizione. The Guardian ha lanciato una campagna di raccolta fondi enfatizzando la propria indipendenza dai miliardari, mentre la curatrice delle opinioni del New York Times, Kathleen Kingsbury, ha sottolineato l’importanza di un giornalismo libero e autorevole. Nel frattempo, all’interno del Post cresce il timore che l’influenza di Bezos possa compromettere l’integrità della testata, spingendo ulteriori lettori e giornalisti a prendere le distanze.
Corriere della Sera apre un nuovo portale sugli animali

Il Corriere della Sera inaugura un nuovo canale dedicato agli animali, un progetto che nasce per offrire un punto di riferimento su informazione, attualità e approfondimenti legati al mondo animale. Il nuovo spazio online, disponibile su corriere.it/animali, propone notizie, consigli di esperti, guide pratiche e una sezione speciale dedicata alle adozioni, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra gli animali in cerca di casa e le famiglie disposte ad accoglierli. Nel nostro Paese, la presenza degli animali domestici è sempre più rilevante. Secondo il rapporto Assalco-Zoomark, in Italia vivono circa 65 milioni di animali, tra cui 10,2 milioni di gatti e 8,8 milioni di cani. Un numero che testimonia il ruolo centrale degli animali da compagnia nelle famiglie italiane, dove non sono più considerati semplici presenze, ma veri e propri membri affettivi. Il nuovo canale del Corriere risponde a questa crescente attenzione con sezioni dedicate alla salute, all’alimentazione e al comportamento degli animali, avvalendosi del contributo di veterinari, educatori cinofili ed esperti del settore. Non mancheranno approfondimenti sulla fauna selvatica, sulla biodiversità e sugli effetti della crisi ambientale sul mondo animale. Un’area speciale sarà riservata alle adozioni, con annunci forniti da rifugi e associazioni, per aiutare a svuotare le gabbie di canili e gattili. L’iniziativa si inserisce in un contesto in cui sempre più persone scelgono di accogliere un animale bisognoso: il Rapporto Italia 2024 di Eurispes rivela che il 37,3% delle famiglie italiane ospita almeno un animale d’affezione. L’attenzione del Corriere della Sera per gli animali non si limiterà al nuovo portale: saranno presenti video esclusivi curati da Corriere Tv, rubriche tematiche e inchieste sulle politiche di tutela animale.
La Zanzara premiata da Spotify per 50 milioni di ascolti

La Zanzara, storico programma di Radio 24 condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ha ottenuto il prestigioso Spotify Milestone Creator Award, diventando il primo podcast italiano a superare i 50 milioni di ascolti su Spotify. Il riconoscimento, parte di un’iniziativa globale della piattaforma, premia i creator che raggiungono traguardi significativi in termini di engagement e fidelizzazione del pubblico. La consegna del premio è avvenuta durante la diretta del 26 febbraio, con la partecipazione del pubblico e dei vertici di Spotify Italia, che hanno confermato il primato assoluto di La Zanzara tra i podcast italiani. L’evento ha sottolineato l’eccezionale capacità del programma di attrarre ascoltatori, consolidando il suo status di riferimento nel panorama dell’intrattenimento radiofonico e digitale. Il successo del format è dovuto a una strategia digitale e multipiattaforma efficace, che ha permesso al programma di conquistare sia la storica fanbase sia le nuove generazioni di utenti digitali. Con oltre 1,35 milioni di follower sui principali social network, La Zanzara continua a crescere, sfruttando al meglio le dinamiche della comunicazione contemporanea. Fabio Tamburini, Direttore di Radio 24, ha commentato il riconoscimento con parole di apprezzamento: “La Zanzara per il direttore di Radio 24 – commenta Fabio Tamburini, Direttore dell’emittente del Gruppo 24 ORE – è croce e delizia. In questo caso, come in tanti altri, più delizia che croce. Complimenti a Cruciani e Parenzo”. Anche Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business de Il Sole 24 ORE, ha sottolineato l’importanza del premio, evidenziando come il format sia da anni ai vertici delle classifiche di ascolto e abbia saputo rinnovarsi mantenendo un seguito solido e appassionato. (In copertina il logo del programma. Sotto, Cruciani e Parenzo)
Il Venerdì di Repubblica si rinnova dal 7 marzo

Il Venerdì di Repubblica si rinnova, portando freschezza e nuove proposte ai suoi lettori a partire dal numero del 7 marzo. Il direttore Livio Quagliata lo annuncia con un tono ironico e appassionato, sottolineando come, nonostante le continue previsioni di declino della carta stampata, il settimanale non solo resiste ma rilancia con entusiasmo. Nessun ribaltamento radicale, piuttosto un’evoluzione nel rispetto dell’identità storica della testata: l’obiettivo resta quello di essere seri senza prendersi troppo sul serio, mantenendo quello stile unico che lo ha sempre caratterizzato. Tra le novità più evidenti spicca il nuovo carattere tipografico, più grande per favorire una lettura confortevole e piacevole. Ma il cambiamento più significativo riguarda i contenuti, con l’aggiunta di nuove rubriche, spazi dedicati al teatro, alle tendenze, ai libri, con recensioni sia positive che critiche, e una sezione di enigmistica personalizzata. Anche la spiritualità trova posto con i santi raccontati da esperti, mentre i consigli su cucina e viaggi arricchiranno ulteriormente il magazine. In aumento anche le pagine dedicate a lettere, inchieste e reportage, con particolare attenzione al mondo del piccolo schermo e all’oceano di contenuti offerti dalle serie tv. Il rinnovamento passa anche attraverso le firme: oltre ai nomi storici come Altan, Corrado Augias e Natalia Aspesi, si aggiungono nuove voci, tra cui Annalisa Cuzzocrea. Un altro passaggio significativo riguarda Massimo Giannini, che prenderà il testimone della rubrica curata per 17 anni da Michele Serra.
Reuters, AP e Bloomberg contestano la rotazione dei media dalla Casa Bianca

La decisione della Casa Bianca di implementare una nuova policy sulla selezione dei giornalisti e delle testate che seguiranno il presidente Donald Trump ha sollevato una notevole preoccupazione nel panorama mediatico. La novità riguarda l’introduzione di una rotazione tra i giornalisti accreditati, in modo che solo alcuni siano presenti in eventi cruciali, come le conferenze stampa o i viaggi ufficiali del presidente. Questo approccio non solo limita l’accesso ad alcuni organi di informazione, ma pone anche in discussione il ruolo della White House Correspondents’ Association (WHCA), che da sempre gestiva autonomamente la distribuzione dei press pool. In passato, solo alcune agenzie di stampa, come Reuters, Associated Press (AP) e Bloomberg, avevano diritto di presenza permanente, ma la decisione della Casa Bianca sta cambiando questo equilibrio. I direttori delle principali agenzie di stampa statunitensi, tra cui Reuters, AP e Bloomberg News, hanno immediatamente reagito con un comunicato congiunto in cui esprimono preoccupazione per l’orientamento di questa nuova politica. Sottolineano che il loro lavoro mira a garantire che informazioni accurate, eque e tempestive vengano diffuse a un pubblico ampio e diversificato, coprendo tutti gli orientamenti politici, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Le loro agenzie rappresentano una fonte primaria di notizie per milioni di lettori, e il loro accesso al presidente è vitale per mantenere la libertà di stampa. Limitare l’accesso a questi media, avvertono, non solo minerebbe la democrazia, ma compromettere anche la diffusione di informazioni affidabili a comunità, imprese e mercati finanziari in tutto il mondo, che dipendono fortemente dai report delle agenzie. Un altro punto di controversia riguarda l’inclusione di nuovi media nell’accesso agli eventi ufficiali. L’amministrazione Trump ha deciso di aprire la porta a piattaforme digitali, servizi di streaming, bloggers e podcast, cercando di diversificare le voci e le fonti di informazione. Questo spostamento favorisce l’accesso a media emergenti, ma solleva dubbi sulla qualità e sull’affidabilità delle informazioni che questi nuovi attori potrebbero veicolare. La Casa Bianca ha già apportato modifiche alla disposizione della sala stampa, riservando posti a queste nuove entità, un passo che potrebbe compromettere l’integrità e la neutralità delle informazioni diffuse.
IAA Italia lancia Osservatorio sulla GenAI e comunicazione

IAA Italia annuncia il lancio dell’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale Generativa, un’iniziativa volta a esplorare l’impatto della GenAI nel mondo della comunicazione e del marketing. Questa tecnologia sta rivoluzionando il settore, offrendo nuove opportunità ma sollevando anche interrogativi su creatività, etica, diritto d’autore e regolamentazione. Per questo motivo, l’Osservatorio si propone di supportare aziende, agenzie e professionisti con strumenti pratici, analisi strategiche e best practice per un utilizzo consapevole della tecnologia. L’idea nasce da Vincenzo Piscopo, Chief Commercial & Digital Officer di Banijay e consigliere di IAA Italia, con l’obiettivo di approfondire le potenzialità e le implicazioni della GenAI nei diversi ambiti della comunicazione. “L’Osservatorio rappresenta un’iniziativa fondamentale per comprendere e guidare l’adozione responsabile dell’intelligenza artificiale generativa. Solo attraverso una collaborazione tra industria, accademia e istituzioni possiamo garantire un utilizzo etico e sostenibile di queste tecnologie”, afferma Piscopo. IAA Italia, da sempre promotrice di un’innovazione responsabile, mette a disposizione la propria rete di esperti multidisciplinari per fornire un punto di riferimento nell’evoluzione della comunicazione pubblicitaria. Secondo Marianna Ghirlanda, CEO di BBDO e Presidente di IAA Italia, il lancio dell’Osservatorio è un passo cruciale per offrire analisi e strategie concrete, aiutando il settore ad adottare la GenAI in modo efficace. L’iniziativa si avvale del contributo di diversi esperti: Debora Magnavacca, Board Member & Executive Producer di AKITA FILM, porta la sua esperienza nel campo della produzione audiovisiva; Cristiano Cominotto, avvocato e Founder & Managing Partner di AL Assistenza Legale, offre competenze fondamentali in materia di diritto e regolamentazione; Stefano Rocco, Chief Growth Officer di YAM112003, fornisce una visione strategica sull’innovazione digitale. Grazie a questi professionisti, l’Osservatorio si pone come un punto di riferimento per comprendere e sfruttare al meglio il potenziale della GenAI, garantendo un approccio consapevole e strategico all’intelligenza artificiale generativa nel mondo della comunicazione.
Digiti “razzista” e iPhone scrive “Trump”. Apple conferma il bug
Apple ha confermato l’esistenza di un bug nella funzione di dettatura locale dei suoi dispositivi, per cui la parola “Trump” appare brevemente sullo schermo quando un utente pronuncia il termine “razzista“. Questo fenomeno, segnalato da diversi utenti iPhone, ha suscitato reazioni accese sui social, con alcuni che hanno condiviso video per dimostrare il problema. La situazione ha generato polemiche, soprattutto tra i sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti, che hanno interpretato il bug come un potenziale errore intenzionale o un caso di pregiudizio tecnologico. Il malfunzionamento si verifica durante l’uso della funzione voice-to-text, che permette di dettare messaggi tramite la voce. Il sistema, per un istante, visualizza “Trump” prima di correggersi automaticamente. Apple ha riconosciuto il problema, dichiarando che i suoi modelli di riconoscimento vocale a volte mostrano parole con sovrapposizioni fonetiche, salvo poi correggerle con un’analisi successiva più approfondita. L’errore sembra derivare dall’interpretazione iniziale delle parole pronunciate, in particolare quando contengono la consonante “r“. L’azienda ha assicurato di essere al lavoro su una soluzione, senza fornire però tempistiche precise.
Jeff Bezos impone il libero mercato agli editoriali del Washington Post

Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, ha annunciato un cambio di rotta nella linea editoriale del quotidiano, scatenando polemiche all’interno della redazione. Con una mail inviata allo staff, il miliardario ha dichiarato che la pagina degli editoriali sosterrà quotidianamente i principi delle libertà individuali e del libero mercato. Questa decisione ha portato alle dimissioni di David Shipley, responsabile della sezione, che ha preferito lasciare l’incarico piuttosto che adeguarsi al nuovo indirizzo imposto dall’editore. Bezos ha sottolineato che la nuova linea editoriale non impedirà di trattare altri argomenti, ma ha chiarito che punti di vista contrari a questi pilastri verranno lasciati ad altri organi di stampa. Ha inoltre ribadito la sua convinzione che la libertà economica sia una delle principali forze trainanti della prosperità americana, elogiandone gli effetti etici e pratici. La presa di posizione ha subito scatenato reazioni, tra cui il plauso di Elon Musk, che su X ha scritto: “Bravo Jeff Bezos!”. La decisione di Bezos arriva in un contesto di tensioni già esistenti tra la dirigenza del Washington Post e la redazione. Già in passato, la scelta di Will Lewis come CEO aveva generato malcontento, così come la decisione dell’editore di bloccare l’endorsement per Kamala Harris prima delle elezioni presidenziali. Questi eventi hanno causato l’uscita di diversi giornalisti e un calo negli abbonamenti, alimentando il dibattito su un’eccessiva interferenza nella gestione editoriale. Oltre 400 dipendenti hanno firmato una lettera di protesta, denunciando come le scelte aziendali stiano minando la credibilità dell’istituzione. Il passo indietro di David Shipley rappresenta l’ultimo capitolo di questa crisi interna, segnalando una frattura sempre più profonda tra l’editore e la redazione. Bezos, però, ha ribadito di rispettare la sua decisione, sostenendo di avergli chiesto di sposare al 100% il cambiamento o di lasciare l’incarico. (In foto, Jeff Bezos)
Elezioni OdG Lombardia: chi può votare e come farlo

Gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sono chiamati a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, del Collegio dei revisori dei conti e dei consiglieri nazionali. Le operazioni di voto si svolgeranno secondo le disposizioni della legge 3 febbraio 1963 n. 69 e del Dpr 4 febbraio 1965 n. 115. Sono convocati i professionisti e i pubblicisti iscritti all’Albo per esprimere le proprie preferenze. Le votazioni si terranno in due modalità: telematica e in presenza. La prima convocazione è fissata per mercoledì 12 marzo e giovedì 13 marzo 2025 (voto telematico, ore 10:00-20:00) e domenica 16 marzo 2025 (voto in presenza, ore 10:00-18:00) presso la sede dell’Ordine in via Antonio da Recanate 1, Milano. Se non si raggiunge il quorum, la seconda convocazione avrà luogo il 19 e 20 marzo 2025 per il voto telematico e il 23 marzo 2025 per il voto in presenza presso The Westin Palace Hotel in Piazza della Repubblica 20, Milano. Gli iscritti dovranno eleggere 6 professionisti e 3 pubblicisti per il Consiglio regionale, 2 professionisti e 1 pubblicista per il Collegio dei revisori dei conti e 8 professionisti e 1 pubblicista per il Consiglio nazionale. Il voto in presenza avverrà su schede cartacee ritirabili al seggio, mentre per il voto telematico sarà necessario seguire le istruzioni fornite. I professionisti possono votare solo per i professionisti e i pubblicisti solo per i pubblicisti. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si procederà con un ballottaggio nelle giornate di 2 e 3 aprile 2025 (telematico) e 6 aprile 2025 (in presenza) presso The Westin Palace Hotel. Le operazioni di scrutinio saranno pubbliche. Per essere eleggibili, i candidati devono essere iscritti all’Albo da almeno 5 anni. Gli elettori devono essere in regola con il pagamento delle quote annuali e possedere una PEC registrata presso l’Ordine. Chi non è in regola potrà sanare la propria posizione prima del voto. L’identità degli elettori sarà verificata mediante tessera professionale, documento di identità o riconoscimento da parte di un componente del seggio. Per il voto telematico, accessibile tramite SPID o CIE, l’elettore dovrà confermare la propria identità e seguire la procedura guidata. Il sistema consentirà di digitare le prime lettere del nominativo desiderato, selezionare i candidati e scaricare la ricevuta di voto. Chi vota online non potrà esprimere il proprio voto in presenza. Aggiornamenti e istruzioni dettagliate saranno disponibili nella sezione “Speciale elezioni 2025” del sito ufficiale www.odg.it.